Trama:
Il
ricordo più amaro che Edoardo conserva della sua infanzia è la
vergogna provata nell’entrare in chiesa, sotto gli occhi di tutto
il paese, accompagnato da sua madre e dal fratello Nazario, che,
preso da tic e scatti nervosi, attirava su di sé gli sguardi
impietositi e talvolta disgustati degli altri. Edo, da bambino,
conduceva una doppia vita: quella spensierata con gli amici e quella
in famiglia, insieme al fratello malato. Quel fratello non poteva
giocare, scherzare, utilizzare bicchieri di vetro o forbici. Quel
fratello aveva una vita interrotta, era uno schiaffo in pieno viso
per tutta la famiglia mentre lui, Edo, era la carezza e ciò lo
caricava di una terribile responsabilità: salvare i suoi genitori
dalla sofferenza e, dunque, non concedersi mai il lusso di deludere
nessuno all’infuori di se stesso.
Con una prosa intensa e commovente, Ismaela Evangelista tratteggia il profilo di una malattia difficile, la sindrome di Tourette, evidenziando con eguale sensibilità il dolore dei familiari ma anche le opportunità che bisogna imparare a sfruttare. Uno schiaffo e una carezza è un romanzo che fa tremare il cuore e che apre gli occhi, con incredibile delicatezza e un’ammirevole lucidità di pensiero.
Con una prosa intensa e commovente, Ismaela Evangelista tratteggia il profilo di una malattia difficile, la sindrome di Tourette, evidenziando con eguale sensibilità il dolore dei familiari ma anche le opportunità che bisogna imparare a sfruttare. Uno schiaffo e una carezza è un romanzo che fa tremare il cuore e che apre gli occhi, con incredibile delicatezza e un’ammirevole lucidità di pensiero.
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