28 novembre, 2013

Intervista del mese- Novembre 2013 Alessandra Paoloni

Inauguro la nuova rubrica "Intervista del mese" con un'intervista ad un'autrice che mi ha fatta sognare fin dal primo libro che ho letto e che sono sicura continuerà a farmi sognare anche in futuro, ma ora bando alle ciance, vi lascio leggere e se poi volete lasciare un commento sarò ben felice di leggervi -_^


ALESSANDRA PAOLONI



Innanzitutto grazie ad Alessandra per aver accettato di rispondere a questa intervista e un caloroso benvenuto sul mio blog :)

Alessandra: Io Alessia ringrazio te per avermi concesso il piacere di questa intervista :)

Alessia: Per coloro che ancora non ti conoscono. Hai scritto diversi libri “Brevi monologhi in una sala da ballo di fine ottocento” (edito da il filo- 2008), “Un solo destino prima generazione” e “Heliaca e la pietra di luce” che fanno parte della saga “La stirpe di Agortos” (usciti per la 0111 edizioni rispettivamente nel 2009 e 2010), “La discendente di Tiepole” (edito da Butterfly edizioni 2012), Oltre l'oscurità (edito da Libro aperto edizioni, formato kindle 2013), The Chronicles of Wendell (disponibile per ora solo in e-book- 2013). Com'è nata la tua passione per la scrittura?

Alessandra: La passione per la scrittura è nata con me. Mi porto dietro questo sogno da quando sono bambina. Tra le pagine di un libro mi sono sempre sentita a mio agio ed ero ancora una ragazzina quando decisi di cimentarmi nella stesura dei miei primi racconti. La scrittura è diventata oramai la mia vita, ne fa parte ed è forse la parte attualmente più importante. Non riesco a stare senza, non ce la faccio a non mettermi al pc e scrivere. Tra periodi di alti e bassi si va avanti e spero di farlo anche negli anni a venire.


Alessia: Si dice che un bravo scrittore dev'essere per prima cosa un bravo lettore, per quanto ti riguarda quant'è vera questa affermazione? Ti ci ritrovi?

Alessandra: Assolutamente si. Come si può scrivere senza leggere? I libri ci insegnano molto oltre che aprirci le porte verso altre dimensioni. Da scrittrice posso dirti che leggere mi aiuta a capire i miei limiti e le mie possibilità, mi insegna nuovi termini, mi fa allenare la fantasia che poi per scrivere è indispensabile. Da lettrice invece posso invece dire che quando si prende in mano un libro si stacca la spina dal mondo, che ogni tanto non fa male.

Alessia: A quali dei libri finora pubblicati ti senti maggiormente legata? E per quale motivo?

Alessandra: Difficile rispondere a questa domanda perché li sento un po' come tutti figli miei. Ma forse i “Brevi monologhi in una sala da ballo di fine Ottocento” mi sono rimasti impressi nel cuore e restano tutt'oggi nel cuore di chi li legge. È il mio libro d'esordio che ora è disponibile su amazon in formato elettronico, ma mi muoverò anche per la versione cartacea.

Alessia: Quale invece tra questi è stato il più difficile da scrivere?

Alessandra: Difficile domanda anche questa. La difficoltà maggiore forse sta nel far conoscere i libri più che in scriverli. Ma sicuramente “La discendente di Tiepole” mi ha dato maggiori grattacapi degli altri perché ci sono molti personaggi e la vicenda è molto intricata da esserlo stata anche per me in fase di scrittura.

Alessia: Anika e Airen, gemelle ma con due caratteri completamente diversi e una vita vissuta in maniera differente, in quale delle due ti rispecchi maggiormente?

Alessandra: Le mie Anika e Airen! Ti confesso che sto pensando di tornare alla ribalta anche con l'opera delle generazioni di Agortos. Purtroppo il contratto con la Rei non si è concluso nel miglior dei modi ma non per questo si possono penalizzare le storie. Dunque credo che per l'anno nuovo vi romperò le scatole anche con le figlie di Agortos XD Le due in realtà mi rappresentano entrambe perché sono le due parti di me che a volte non coincidono: Anika è una persona composta e determinata. Airen è indecisa e dolce. È come se avessi fatto a metà il mio carattere dalle mille sfumature e avessi partorito così i caratteri delle due sorelle.

Alessia: Parlando invece della “Discendente di Tiepole” a quale personaggio maschile/femminile, ti senti più legata?

Alessandra: Femminile indubbiamente Emma. Emma è una ragazza comune come me, senza alcuna particolarità, ma che si ritrova ad affrontare un destino acerbo e misterioso. Maschile invece credo di essermi legata al padre di Emma. Penso sia il modello di padre che tutte vorremmo avere: un padre premuroso, protettivo, che nel secondo capitolo della storia ci riserverà anche qualche colpo di scena.

Alessia: Quello che invece ti sta più antipatico? Motivalo!

Alessandra: Eva Costantini, la mamma di Christian. È una donna superficiale, che ambisce solo al potere senza curarsi della sua famiglia. Nel secondo libro darà il peggio di sé e io la detesterò per tutto il tempo.

Alessia: Se tornassi indietro in quale tra i tuoi libri cambieresti qualcosa? Per quale motivo?

Alessandra: Forse la saga delle generazioni. Scriverei prima un lungo capitolo su Agortos, illustrandolo così ai lettori. Chissà magari nella prossima revisione lo farò, mai dire mai.

Alessia: Cosa ti ha spinta a scegliere la Butterfly Edizioni per pubblicare “La discendente di Tiepole”?

Alessandra: Perché ho visto come la titolare, Argeta Brozi, dedichi molto tempo ai suoi autori. Non tutti lo fanno. A volte, quando si è arrivati alla stampa, sembra che il dovere dell'editore sia finito lì e l'autore venga abbandonato a se stesso. Invece con la Butterfly non mi sento mai sola.


Alessia: Degli autori presenti nella grande famiglia della Butterfly, qual'è quello che stimi di più e perchè? E tra i libri invece, tra quelli che hai letto quale ti è piaciuto di più finora e come mai?

Alessandra: Gli autori Butterfly sono tutti intraprendenti e confesso di non aver letto tutti i loro libri. Ma posso dirti che sono rimasta colpita dalla scrittura di Linda Bertasi e Michela Piazza. Due autrici che secondo me faranno strada.

Alessia: Se qualcuno volesse fare lo scrittore, quali sono i consigli che gli daresti?

Alessandra: Di lasciar perdere XD No scherzi a parte: scrivere e farsi pubblicare non è così semplice come si pensa. Oggi sembra che tutti siano scrittori, grafici, editor, editori... siamo una massa e in questa massa c'è poca sostanza a volte. Se si decide di intraprendere come me il “lavoro” di scrittore si deve aver chiaro che non è questo un mestiere che fa guadagnare. Le attese poi sono lunghissime. Attese da parte delle case editrici, degli editor, degli agenti letterari... dunque bisogna armarsi di molta ma molta e ripeto molta pazienza. Bisogna lavorare sodo anche se si guadagna poco. I lettori non vengono a cercarti ma sei tu che devi incuriosirli. Mai arrendersi perché i momenti no ci saranno e ce ne saranno tanti. È un continuo percorso tra alti e bassi nel quale non si deve mai perdere però di vista il punto focale della situazione: ovvero l'amore per la scrittura che deve restare al primo posto. Se scrivete per cercare fama e soldi allora cambiate mestiere.

Alessia: Questa era l'ultima domanda, grazie per aver risposto e per il tempo che hai messo a disposizione.


Alessandra: Grazie a te Alessia per avermi concesso questa intervista. Un saluto a te e a tutti i tuoi lettori!


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